Con 14 voti a favore e 5 contrari il Consiglio comunale di Oristano ha approvato il regolamento comunale per l’installazione dei dehors.
Il regolamento è stato illustrato in aula dall’Assessore alle attività produttive Valentina de Seneen: “È un regolamento che trova la luce dopo un lungo periodo di confronto in seno alla maggioranza, in commissione e in seguito ad un importante momento di confronto con le associazioni di categoria (Confcommercio, Confartigianto, Confesercenti, Cna e Adiconsum) che hanno trasmesso osservazioni che sono state analizzate in commissione e perlopiù recepite nel presente regolamento in quanto ritenute utili e condivisibili. È un regolamento, sicuramente perfettibile, ma che nasce dal confronto delle idee”.
Il regolamento ha come scopo disciplinare le modalità di organizzazione e di allestimento degli spazi pubblici annessi ai locali di pubblico esercizio di somministrazione e consumo di alimenti e bevande, nonché dei laboratori artigianali di preparazione di alimenti.
L’Assessore de Seneen, entrando nel dettaglio del regolamento, ne ha illustrato i contenuti: “Sono previsti due tipologie di Dehors: il tipo 1 costituito da uno spazio all’aperto allestito per il consumo di alimenti e bevande senza pedana e senza delimitazioni fisiche eventualmente limitato con soluzioni autoportanti o fioriere con spazi che possono essere occupati con tavoli, sedie, coperture in tessuto quali ombrelloni o tende a falda tesa, possono essere dotati di apparecchi illuminanti e riscaldatori; il tipo 2 costituito da uno spazio all’aperto allestito per il consumo di alimenti e bevande su pedana e perimetrato necessariamente da opportuna delimitazione fissa occupato con tavoli, sedie, eventuali arredi quali mobili di servizio e lavagne, coperture in tessuto quali ombrelloni o tende a falda tesa, pedana, relativa ringhiera a giorno o trasparente, che possono essere dotati di fioriere purché integrate nella pedana e apparecchi illuminanti e riscaldatori. Entrambe le tipologie devono essere costituiti da elementi smontabili e facilmente rimovibili, non devono essere affissi al suolo pubblico né entrare in contatto con strutture o altri elementi degli edifici adiacenti. Materiali e colori sono indicati nelle norme tecniche allegate al regolamento. Le strutture esterne e le pedane devono ovviamente essere realizzate in conformità alle norme sulle barriere architettoniche ed installate garantendo maggiore attiguità possibile all’edificio”.
Il regolamento stabilisce che i dehors permanenti di tipo 2 non possono essere installati nel centro storico. L’occupazione deve avvenire lasciando liberi gli spazi necessari per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitate capacità motorie. Se ubicati nei marciapiedi i dehors possono occuparne al massimo la metà dello spazio lasciando comunque libera una fascia di 1,4 metri per il transito pedonale. Inoltre: non devono costituire impedimento alla visibilità soprattutto nelle intersezioni, non devono costituire impedimento al funzionamento, utilizzo e manutenzione di reti tecniche o elementi di servizio quali griglie, caditoie, quadri di controllo, illuminazione; non devono essere d’intralcio alle fermate dei mezzi pubblici tanto che deve essere lasciato libero uno spazio di 5 metri prima e dopo la fermata; in presenza di monumenti o di edifici di particolare importanza deve essere lasciato libero un congruo spazio per la fruizione e per non impedirne la visuale prospettica; se ubicati nella sede stradale deve essere lasciata libera una corsia carrabile non inferiore ai 3 metri nelle strade a senso unico e 5,60 nelle strade a doppio senso di marcia. In caso di occupazione di parcheggio a pagamento deve essere previsto un adeguato indennizzo a favore del gestore del servizio. La superficie massima utilizzabile è pari a quella di somministrazione dell’esercizio di pertinenza e comunque non superiore a 30 metri quadri. Possono essere consentiti ulteriori spazi in via temporanea in occasione di manifestazioni o eventi specifici. La lunghezza massima non può superare il fronte dell’esercizio salva apposita deroga. Non è consentita l’installazione di apparecchi da gioco mentre è consentita quella di impianti di diffusione acustica autorizzati e nel rispetto delle relative norme. È consentito il posizionamento di una sola insegna di carattere non luminoso ed un solo logo di dimensioni ridotte mentre non è ammessa alcuna pubblicità per imprese terze. Il titolare è tenuto ad utilizzare lo spazio in concessione con l’obbligo di mantenerlo in buono stato igienico/sanitario e di decoro, di ritirare quotidianamente gli elementi di arredo e riporli, a seconda della tipologia, in luogo privato, raccolti in una porzione di pubblica concessione o custoditi all’interno dello stesso dehor.
La procedura di rilascio della concessione e del rinnovo essere rilasciata dal Comune a cura della Polizia locale e o del SUAPE a seconda della tipologia della struttura. È prevista la sospensione della concessione nel caso in cui gli arredi non vengano ritirati quotidianamente, nel caso in cui l’attività svolta costituisca disturbo alla quiete dei residenti e sia accertata dalle autorità, per il mancato pagamento del suolo pubblico, per il di mancato utilizzo del dehors per 60 giorni e nel caso in cui vengano meno le condizioni igienico sanitarie.
“Il regolamento è un importante strumento per il decoro della città e per le attività che potranno finalmente contare su regole certe sulle autorizzazioni e la concessione del suolo pubblico – ha concluso l’Assessore de Seneen -. Gli esercenti potranno programmare nel lungo periodo i loro investimenti giacché le concessioni possono essere rilasciate per una durata anche di sei anni rinnovabili”.
Il Presidente della Commissione Attività produttive Gian Michele Guiso (FI) ha relazionato sui lavori della commissione: “Il regolamento si porta dietro difficoltà di natura giuridica e tecnica, ma nasce per dare uno strumento utile alla città, alle attività produttive e ai cittadini. Sono cambiate le necessità delle persone e ovunque andiamo ci rendiamo che c’è la necessità di abitare le piazze e gli spazi aperti. Un cambio di abitudini nato nel periodo del Covid. Si tratta di problematiche comuni a tante città d’Italia. In commissione si è fatto lavoro preciso su ogni articolo per trovare il giusto equilibrio senza lasciare nulla al caso”.
Massimiliano Daga (PD): “Al termine di un iter lungo e complesso il regolamento arriva finalmente in questa aula dopo che ha suscitato un dibattito vivace e acceso. È giusto e doveroso dare delle regole per dare ordine e decoro alla città, una gestione corretta degli spazi pubblici, mettendo gli esercenti nelle condizioni di lavorare, crescere e investire”.
Carla della Volpe (PD): “C’è rammarico per i tempi che sono serviti per giungere all’approvazione del regolamento. Se fosse arrivato in aula 2 anni fa forse si sarebbero potute assumere decisioni diverse. È corretto e necessario disciplinare l’utilizzo del suolo pubblico, ed è un obiettivo condivisibile dare uniformità e ordine alla città e in particolar modo al centro storico. È pero necessario trovare l’equilibrio tra il decoro, le esigenze degli esercenti e la vita sociale. Non sono d’accordo all’eliminazione delle strutture di tipo 2 dal centro storico. Non ne capisco il motivo”.
Sergio Locci (Aristanis): “Siamo chiamati a dare una regolamentazione al settore, partendo già dalla stessa classificazione dei dehors e dalle autorizzazioni a cui sono sottoposti. Occorre fare un ragionamento distinguendo le strutture temporanee da quelle non temporanee in relazione ai sistemi regolamentari dell’amministrazione. Noto una incongruenza tra il regolamento e la normativa sul canone patrimoniale che prevede che una struttura stabile abbia una durata di 9 anni. Occorre armonizzare le norme. Mi chiedo come si conciliano i dehors esistenti con quelli di nuova realizzazione”.
Vincenzo Pecoraro (UDC): “Questa è una delibera coraggiosa. Anche a Oristano se lo slalom tra i tavolini fosse uno sport forse i cittadini farebbero incetta di medaglie d’oro. I dehors hanno vissuto il momento di massima espansione durante il Covid per ridurre i contagi e compensare i cali di fatturato. A livello nazionale, la Federazione degli esercenti pubblici ha stimato un aumento di 750 mila metri quadri le aree occupate dai dehors, 180 mila tavolini in più. Il volto delle città è cambiato, non sempre in meglio, con marciapiedi invasi a discapito dei passanti, soprattutto di bambini, anziani e disabili. Ecco perché occorre una regolamentazione. L’amministrazione comunale con questo regolamento riconosce la funzione positiva dei dehors in termini di offerta dei servizi ai cittadini e ai turisti. Trovo il regolamento restrittivo soprattutto per l’esclusione delle strutture di tipo 2 nel centro storico”.
Antonio Iatalese (UDC): “Il percorso del regolamento è iniziato molto tempo fa, addirittura con la Giunta Tendas che capì l’esigenza di regolamentare l’uso del suolo pubblico per bar e ristoranti. Nel 2018 il progetto fu ripreso dalla Giunta Lutzu, ponendo le basi del regolamento in discussione oggi. Allora fu approvato in Giunta, ma non dal Consiglio comunale perché nel frattempo il Covid condizionò ogni decisione. Oggi questo regolamento dà importanti risposte alla città, regole certe (ad esempio sul numero di tavolini e sulla durata delle concessioni che arrivano sino a 12 anni) agli imprenditori che vogliono investire in città. Ci sono delle restrizioni perché oggi la situazione è fuori controllo. Non è ammissibile che le sedie di un bar impediscano il passaggio di un anziano, di un disabile o di una mamma con il passeggino”.
Fulvio Deriu (FDI): “Questo è un regolamento importante, frutto di un lavoro di ascolto che la politica a volte dimentica. Sono state coinvolte tutte le associazioni di categoria e sono stati trovati i punti d’incontro e di equilibrio rispetto alle varie esigenze. Si è parlato di zonizzazione acustica, tema importante, ed è in fase di affidamento dell’incarico da parte dell’assessorato all’ambiente. Il regolamento sui dehors è indifferibile e doveroso. La regola deve essere uguale per tutti e applicata in maniera rigorosa. Il regolamento deve essere adottato per garantire la fruibilità degli spazi pubblici”.
Davide Tatti (PSDAZ): “Con questo regolamento stiamo andando a incidere profondamente sull’economia della città, considerando anche gli investimenti che sono stati fatti dagli esercenti con spese che vanno ammortizzate nel tempo. Dare delle regole significa anche cercare di venire incontro a chi fino a oggi non le poteva rispettare perché non c’erano. Per questo in futuro dovremo rivedere questo regolamento che deve prevedere soluzioni, ad esempio, anche per i quartieri e le frazioni”.
Giuliano Uras (Oristano al centro): “Su una cosa siamo tutti d’accordo: è arrivato il momento di mettere ordine. Oggi siamo nel caos più totale e questo lo dobbiamo al Covid. Stiamo attenti a non trasformare una concessione in un diritto acquisito. Oggi molti non pagano l’occupazione del suolo pubblico, non puliscono e non pagano. Quasi tutti occupano il triplo e il quadruplo degli spazi concessi. Quasi nessuno consente il passaggio dei mezzi di sicurezza. Non siamo contro i commercianti, ma servono regole certe”.
Umberto Marcoli (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “Dobbiamo esprimere una posizione politica sul futuro della città, la città cosa vorrebbe diventare? Mi chiedo perché non prevediamo un piano anche per gli eventi turistici che servono anche per far lavorare i nostri esercenti. Bisogna avere coraggio, lo diciamo da mesi. Questa è una città che dal punto di vista commerciale sta morendo, invecchia ed è ferma da 20 anni”.
Francesco Federico (Oristano democratica e possibile): “Il regolamento ha una criticità di fondo, il ritardo con cui arriva in Consiglio comunale. La mancanza di ordine e disciplina è responsabilità di chi ha rilasciato le autorizzazioni negli ultimi anni, anche dopo il Covid”.
Giuseppe Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “Con questo regolamento la maggioranza commette il suo suicidio politico. È il regolamento più becero e conservatore che io abbia mai visto. Oristano città turistica? Non ditelo mai più. Questo regolamento uccide ogni aspirazione turistica”.
Roberto Pisanu (Oristano al centro): “Si sta regolarizzando l’utilizzo del suolo pubblico: non è ammissibile che non si rispettino le aree assegnate, che si invadano marciapiedi impedendo ai passanti, ma soprattutto anziani e disabili, di fruire degli spazi pubblici. Il regolamento serve per avere regole certe valide per tutti e spazi commerciali decorosi”.
Maria Obinu (Alternativa sarda Progetto Sardegna): “Sono sorpresa di vedere come questo dibattito non sia seguito dagli esercenti e dalle associazioni di categoria. Sono d’accordo sul fatto che servano delle regole, ma non condivido questo regolamento, non sono d’accordo sulla divisione della città tra centro storico e periferia e possibilità di sistemazione diversa per le due tipologie di dehors: non posso accettare che i dehors di tipo 2 siano eliminati dal centro della città. La città è città tutta, nella sua interezza, e ci sono monumenti anche al di fuori del centro”.
Paolo Angioi (indipendente): “Dobbiamo essere pragmatici e focalizzarci sulle norme introdotte dal regolamento. C’è una confusione di argomenti che contribuisce al caos, questa discussione lo alimenta. Il regolamento tende al riordino di un sistema che è complesso ed è apprezzabile che l’energia dell’amministrazione sia finalmente utilizzata con questo fine”.
Sindaco Massimiliano Sanna: “Il tema è delicato e interessa tutta la città. È servito molto tempo per presentare questo regolamento, ma il tempo è servito per dare suggerimenti come quelli arrivati anche pochi giorni fa dalla Confcommercio. CI siamo confrontati con le associazioni e questo è stato apprezzato. È un regolamento fondamentale, mette ordine e fa chiarezza. Non accetto che si dica che stiamo eliminando tutto, è una bugia. In una zona della città, nel centro storico, l’ingombro di alcuni dehors ha limitato l’immagine di alcuni monumenti. È giusto prevedere, dunque, delle tipologie che consentano la fruizione della vista degli angoli più belli della città. I dehors hanno invaso molti spazi e questo è innegabile. Col Covid abbiamo dato possibilità di occupare gli spazi pubblici per consentire alle attività economiche di riprendersi dopo un periodo gravissimo che ne ha penalizzato i bilanci, ma oggi la situazione è cambiata e dobbiamo tutelare il decoro urbano, l’ordine e la sicurezza. Oggi l’ingombro di dehors e pedane è tale che molte volte i pedoni non riescono a passare. Non è accettabile. Lo spazio pubblico appartiene a tutti e nessuno deve sentirsi escluso. Le dimensioni: oggi non c’è una regolamentazione. Occorre tenere conto delle esigenze di tutti. Siamo consapevoli che alcune disposizioni che stiamo introducendo (dimensioni, collocazione e orari) possano essere visti come un vincolo dagli operatori. In realtà queste regole non hanno lo scopo di penalizzare chi lavora, ma di assicurare una convivenza armonica tra le esigenze delle attività economiche, il diritto dei cittadini alla mobilità, alla fruizione degli spazi pubblici e al contempo alla necessità di preservare la bellezza e l’identità della nostra città”.
Al termine della discussione generale sono stati discussi e votati gli emendamenti.
Il primo in discussione era quello presentato da Carla Della Volpe (prima firmataria) che per l’applicazione della normativa transitoria chiedeva l’aumento dei tempi da 6 mesi a 4 anni. La proposta è stata respinta (8 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti). È stata invece approvata (13 voti a favore, 9 contrari e 1 astenuto) quella di Paolo Angioi che ha proposto l’aumento del periodo transitorio a 2 anni. Quella, infine, di Gian Michele Guiso per l’aumento a un anno non ha raggiunto il quorum necessario di 13 voti a favore (12 sì, 7 no, 2 astenuti). L’esito della votazione ha provocato la reazione di Giuliano Uras (Oristano al centro): “Sono rientrato in aula solo per rispetto verso il sindaco che non meritava questo comportamento sconsiderato della maggioranza, se ancora ce n’è una, dichiaro di ritirare tutti gli emendamenti e abbandono l’aula”.
Con 13 voti contrari, 6 a favore e un astenuto, è stato respinto l’emendamento con Maria Obinu prima firmataria sui criteri di occupazione con cu si chiedeva di cassare l’articolo che stabilisce l’eliminazione dei dehors di tipo 2 dal centro storico.