In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comune di Oristano rinnova il proprio impegno nel promuovere una cultura del rispetto, della consapevolezza e della prevenzione, attraverso una serie di iniziative simboliche, culturali e formative rivolte all’intera comunità.
Con la collaborazione dell’Assessorato alla Pubblica istruzione, alla presenza dell’Assessore Simone Prevete, una nuova panchina rossa, realizzata dagli alunni delle prime e delle seconde classi dell’Istituto tecnico Lorenzo Mossa, è stata inaugurata nel giardino della scuola nel corso di un momento pubblico accompagnato dalla lettura di brani dedicati alla violenza di genere, scelti e interpretati dagli stessi studenti. Un’iniziativa che vuole dare voce alle nuove generazioni, favorire la consapevolezza e sviluppare una responsabilità condivisa nel contrastare ogni forma di sopraffazione.
Al Centro commerciale Porta Nuova, su iniziativa dell’Assessorato alle attività produttive, è stata collocata una panchina rossa e un’installazione di scarpette rosse in ceramica, simboli ormai riconosciuti della lotta contro la violenza di genere. “Un gesto semplice ma potente – sottolinea l’Assessore Valentina de Seneen -, che invita cittadini, famiglie e giovani a soffermarsi, riflettere e non distogliere lo sguardo da un problema che continua a colpire la nostra società.
All’Hospitalis Sancti Antoni, l’Assessorato ai servizi sociali e Giulia Giornaliste, in collaborazione con il Tribunale dei Minori di Cagliari, l’Università di Cagliari, l’Ordine del degli avvocati, la Questura, il Comando dei Carabinieri e la Prefettura, hanno organizzato il convegno “Parola. Legalità. Difesa. Voci libere, vite protette”, un momento di riflessione pubblica e partecipata sul fenomeno della violenza, in tutte le sue manifestazioni visibili e invisibili.
“L’iniziativa è nata dalla necessità di proporre un serio confronto sulla drammaticità dei fatti di cronaca degli ultimi mesi e sulla condizione di tante donne, madri e minori vittime di violenza – osserva l’Assessore Carmen Murru -. Una realtà che impone di riaffermare con fermezza una verità imprescindibile: la violenza non è mai un fatto privato, ma una ferita collettiva che attraversa la comunità, che isola, che spezza equilibri familiari e compromette il benessere dei più piccoli”. In questo contesto: la parola diventa strumento di liberazione e riconoscimento; la legalità rappresenta la garanzia della giustizia; la difesa è un dovere comunitario che chiama ognuno ad assumersi responsabilità concrete. Rompere il silenzio significa restituire dignità, riconoscere il dolore, offrire ascolto e sostegno a chi decide di ricominciare. Significa anche coinvolgere l’intera cittadinanza in un percorso attivo di contrasto alla violenza, superando paura, immobilismo, pregiudizi e omertà.