Archeologia - Importanti scoperte in Tunisia degli studenti del corso universitario di Oristano
Grazie al finanziamento e al supporto organizzativo del Consorzio UNO e della Fondazione Banco di Sardegna, tra il 31 Agosto ed il 15 Settembre 2013 si è svolta la IV missione archeologica tunisino-italiana.
Data:
01 ottobre 2013
Grazie al finanziamento e al supporto organizzativo del Consorzio UNO e della Fondazione Banco di Sardegna, tra il 31 Agosto ed il 15 Settembre 2013 si è svolta la IV missione archeologica tunisino-italiana. Sede della missione la Maison de Fouille di Neapolis.
Le avverse condizioni meteo hanno spinto i ricercatori ad effettuare i lavori sulla costa: da un lato l'apertura di un nuovo saggio di scavo, ad oriente di una struttura mosaicata, di carattere incerto, edificata su una duna presso la Protection Civile; dall'altro il prosieguo del rilevamento delle Terme nord occidentali neapolitane, scavate nel 1989 da Latifa Slim.
I risultati sono stati eccellenti poiché il saggio di scavo ha evidenziato strutture murarie, spogliate in età tardo antica, che costituiscono l'attestazione più meridionale di un complesso edilizio di Neapolis, non sommerso dal mare. Il lavoro sulle terme nord occidentali di Neapolis è stato di rilevante importanza poiché ha consentito di chiarire le fasi edilizie dell'area: probabilmente durante l'Alto impero è qui che sorse uno degli edifici per le salagioni del pesce e la preparazione delle salse di pesce, documentato da due vasche con pavimento in opus figlinum. Intorno al III secolo d.C. la struttura per le salagioni venne chiusa e al suo posto fu costruito un edificio termale, a sviluppo assiale, probabilmente accessibile da sud, dove scorreva un decumanus.
Nel III secolo avanzato - inizi IV secolo d.C. si è riconosciuta una nuova pavimentazione a mosaico sia dell'apodyterum, sia del frigidarium: nel primo ambiente si trova un tappeto di cerchi tangenti costituiti da foglie lanceolate, dentellate all'interno, mentre il frigidarium aveva un grandioso mosaico a xenia, ossia con quadretti di doni, oltreché di altri soggetti.
In età tardo antica l'edificio termale fu trasformato in una vasta domus dotata di due atri tetrastili: il primo a sud est, forse in rapporto in accesso da un cardo, il secondo nell'ambito dell'originario frigidarium.
La città di Neapolis sommersa dal mare si è rivelata solo nell'ultima settimana agli archeologi subacquei: di straordinario rilievo la scoperta della prima ancora litica, in arenaria, del Capo Bon. L'ancora, triangolare, è provvista di tre fori, uno per la cima e gli altri, inferiori, per l'incastro delle marre lignee. Nonostante l'ampiezza cronologica di diffusione del tipo d'ancora, è più probabile che la stessa si riferisca ad una nave orientale, micenea, siriaca, cipriota del XIV- XIII secolo a.C. Le prospezioni e i rilievi della città sommersa hanno documentato una eccezionale concentrazione di strutture per le salagioni, con pavimenti in opus figlinum ancora in situ e pareti delle vasche, alte anche 4 metri, crollate per i marosi nel settore compreso fra la protection civile e gli avancorpi sulla spiaggia del Club Med. Ad oriente numerosissimi i resti di edifici di altra funzionalità, per circa 160 metri di lunghezza. La superficie sommersa si estende per circa 800 metri di lunghezza e circa 200 in larghezza, con una estensione teorica di 16 ettari.
La Neapolis sommersa rivela la eccezionale importanza dell'industria delle salagioni del pesce e delle salse di garum per l'economia della città: i quartieri industriali legati alla trasformazione del prodotto ittico consacrano allo stato delle conoscenze la Neapolis d'Africa come il principale produttore del settore ittico del mondo romano, dovendosi considerare ben più esteso del quartiere del garum di Lixus, che documenta una capacità di un milione di litri delle sue vasche.
Alla missione hanno partecipato da parte tunisina il Professor Mounir Fantar, Ispettore dei Governatorati di Nabeul, Bou Aras e Bizerte, insieme alla Direttrice del Dipartimento di Archeologia subacquea dell'INP Ouefa Ben Slimen, i Ricercatori dell'INP Chokri Touihli e Moez Ben Achour, la specialista in epigrafia e linguistica libica Intissar Sfaxi e l'archeologa subacquea Soumaya Trabelsi. Per la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici "Nesiotika" con sede a Oristano hanno partecipato due gruppi presenti in Tunisia rispettivamente dal 31 Agosto al 7 Settembre e dal 7 al 15 settembre. Il primo gruppo era composto dagli archeologi Lorena Randazzo, Marisa Caruso, Francesca Caputo, Cristina Bazzano e Chiara Rossi; del secondo gruppo facevano invece parte gli archeologi Raul Martinez, Federica Mazza, Krizia Bologna, Alessandra Finà e Antonella Lo Porto. A seguire l'attività dei due gruppi Adriana Scarpa e Luciana Tocco dello staff del Consorzio UNO a supporto della Scuola di Specializzazione e i Professori Raimondo Zucca e Pier Giorgio Spanu.
Ultimo aggiornamento
23/03/2022, 09:33
Contenuti correlati
Novità
- Associazione Lucio Abis - Convegno: “Istruzione, lotta all’abbandono scolastico e alta formazione" del 22 febbraio 2025
- Riapre la scuola media Grazia Deledda
- Il guasto alla Scuola media Grazia Deledda. Attesi a giorni i pezzi di ricambio per la riparazione
- Borsa di studio nazionale - Modalità di erogazione dei contributi
- Malfunzionamento al riscaldamento della scuola media Grazia Deledda. Ordinanza di chiusura temporanea
Documenti e dati
- Scuola - Proroga al 15 aprile per le domande per la borsa di studio nazionale
- Scuola - Fino al 31 marzo le domande per la borsa di studio nazionale 2024/2025 - Proroga al 15 aprile
- Diritto allo studio - Entro il 17 settembre le domande per borse di studio e libri di testo
- Diritto allo studio - Entro il 26 agosto le domande per borse di studio e libri di testo
- Borsa di studio nazionale - Domande fino al 28 giugno