"Dal sangue versato al sangue donato”. A Oristano i resti dell’auto di scorta di Giovanni Falcone

Iniziativa per sensibilizzare giovani e cittadini alla legalità e alla cultura della donazione di sangue a cura di DonatoriNati, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco

Data:
31 ottobre 2024

La teca con l’auto scorta di Giovanni Falcone, la Croma blindata sulla quale viaggiava il giudice palermitano insieme alla moglie, questa mattina era a Oristano per l’ultima tappa in Sardegna del progetto "Dal Sangue versato al Sangue Donato".

I resti dell’auto, che ha il nome in codice della scorta, Quarto Savona Quindici, ha fatto il giro dell’isola per ricordare gli agenti rimasti uccisi nell’attentato – Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.

“La Quarto Savona 15 non si ferma, abbiamo il dovere di non voltarci dall’altra parte. Non li abbiamo dimenticati” ha detto Tina Montinaro, moglie dell’agente Antonio Montinaro, morto nella strage di Capaci insieme al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, e agli altri membri della scorta Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Il Sindaco di Oristano Massimiliano Sanna è intervenuto per sottolineare il forte messaggio simbolico della giornata: “Oggi, con grande emozione, abbiamo l’onore di ospitare in città una testimonianza viva e potente: la teca della “Quarto Savona 15”, l’auto che faceva parte della scorta del Giudice Giovanni Falcone, distrutta quel terribile 23 maggio del 1992.

Ringrazio l'impegno lodevole dell’Associazione Donatori Nati, uno speciale benvenuto a Claudio Saltàri, Presidente dell’Associazione, che con Daniele Rocchi ha promosso questa iniziativa, la quale ha fatto sì che i resti dell'auto che porta il nome in codice della scorta del magistrato Falcone vengano mostrati qui a Oristano. Saluto e ringrazio per la presenza la signora Tina Montinaro, che con il suo coraggio e la sua determinazione, tiene viva la memoria di suo marito Antonio e degli uomini della scorta di Giovanni Falcone, caduti nel tragico attentato di Capaci. Nonostante il dolore, non ha mai smesso di essere presente, di parlare alle nuove generazioni, e di portare avanti, con tenacia e passione, i valori in cui suo marito credeva. Quest’auto, ridotta a pochi frammenti, è un simbolo potente, un segno tangibile del sacrificio di uomini e donne che hanno dedicato la loro vita per combattere la mafia e difendere il nostro Paese. Rappresenta il coraggio, la dignità e il prezzo che tanti eroi, come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, hanno pagato per darci un futuro libero dalla criminalità organizzata. La loro missione continua oggi, grazie alla memoria che vogliamo tenere viva in momenti come questo.

A voi ragazzi e ragazze vorrei rivolgere un messaggio speciale. So che può sembrare lontano il tempo di Falcone e Borsellino, e la lotta alla mafia può sembrare qualcosa che riguarda altri. Ma la mafia, come ogni altra forma di violenza e criminalità, è una sfida che ci riguarda tutti. Combattere tutto ciò significa impegnarci, ogni giorno, per la giustizia, per il rispetto degli altri e per il bene comune. Falcone una volta disse che la mafia non è invincibile: vi leggo le sue parole “È un fenomeno umano, e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.” Queste parole ci devono incoraggiare a non accettare l’ingiustizia, la violenza e la paura. Concetti che purtroppo fanno parte della nostra società”.

“Falcone, insieme a chi ha lottato al suo fianco, ci insegna che l'indifferenza è l'alleata della mafia – ha proseguito il Sindaco -. Non basta solo condannare la mafia a parole: dobbiamo avere il coraggio di rifiutarla nei comportamenti, nei compromessi, nei silenzi. E questo impegno deve partire da ognuno di noi, giorno dopo giorno. Perché la mafia si nutre dell'omertà, della paura, della mancanza di fiducia nelle istituzioni. E Falcone ci ha insegnato che la legalità non è solo un'idea astratta: è la nostra responsabilità verso gli altri. Ricordare è un dovere per evitare che situazioni come questa si ripetano. Giovanni Falcone e tutti coloro che come lui hanno combattuto contro la violenza, rappresentano un modello da seguire per le nostre scelte di tutti i giorni, in famiglia, a scuola e nella comunità. Sta a noi, con piccoli gesti di rispetto e onestà, continuare questa battaglia per un mondo più giusto e libero da ogni forma di sopraffazione. Ringraziamo le persone che ogni giorno servono lo Stato, proteggendo la Repubblica e le sue istituzioni, e combattendo contro la mafia e ogni forma di criminalità. Non è un caso che la cultura della donazione ispiri il progetto “Dal Sangue versato al Sangue Donato”, che oggi ci unisce. La legalità e la solidarietà camminano insieme: spegnere con coraggio il fuoco dell’illegalità ci permette di accendere quello della speranza”.

 

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Ultimo aggiornamento

31/10/2024, 14:06