Sanità - Audizione del Sindaco Sanna nella VI Commissione regionale
"Siamo contrari a riforme che durano l'arco di una legislatura. Dalle norme attuali, eliminiamo o correggiamo le cose che non funzionano e valorizziamo quelle che hanno dato buoni risultati"
Data:
23 gennaio 2025
“Siamo contrari a riforme che si susseguono ad ogni legislatura, senza aver il tempo di produrre i risultati indicati al momento del loro varo. Riteniamo sia molto meglio correggere le cose dell’attuale normativa che non hanno funzionato e valorizzare quelle che invece hanno dato buoni risultati”.
Il Sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, coordinatore della conferenza sanitaria di Oristano, ieri ha partecipato all’audizione della Commissione “Sanità” presieduta da Carla Fundoni sull’esame del Disegno di Legge n.40 della Giunta regionale sulla riforma del sistema sanitario regionale.
I presidenti delle Conferenze socio-sanitarie, con i sindaci di Oristano, Tempio, Lunamatrona, San Gavino, Villacidro, Carbonia, Lanusei, Thiesi e l’amministratore straordinario della provincia di Nuoro, pur con valutazioni diverse sulla necessità di procedere a una riforma complessiva del sistema o intervenire invece con dei correttivi per risolvere le emergenze e lavorare al miglioramento della qualità delle prestazioni, dai rappresentanti dei territori, hanno fornito importanti indicazioni sulle criticità presenti nei presidi sanitari di riferimento e un giudizio negativo sull’operato di Ares: “Un ulteriore accentramento delle competenze su Ares con un ruolo di coordinamento sui direttori generali delle Asl sarebbe deleterio – hanno detto in coro i presidenti delle Conferenze socio-sanitarie – occorre restituire alla Asl le funzioni in materia di reclutamento del personale e dell’acquisto di beni e servizi. In questi anni è apparso evidente che Ares non riesce a svolgere i propri compiti in tempi ragionevoli. Questo crea grossi problemi alle singole aziende soprattutto sull’assunzione di nuovo personale”.
“A Oristano – ha detto il Sindaco Sanna -, assistiamo al paradosso di un edificio (l’hospice) costruito dal Comune, con fondi regionali, ceduto in comodato d’uso alla ASL sulla base di un accordo che prevedeva la permuta con un edificio storico, inutilizzato e ormai pericolante, (Palazzo Paderi) per le finalità istituzionali del Comune, che non può essere perfezionato a causa dei continui cambi di competenze sulla gestione della sanità e in questo caso sul patrimonio disponibile della ASL passata al commissario liquidatore dell’ATS. Questo è solo un esempio di quanto norme che si susseguono irrazionalmente inceppino meccanismi faticosamente costruiti, rendendo ancora più difficile l'amministrazione della sanità sarda”.
I rappresentanti dei territori hanno evidenziato le principali carenze che stanno influendo sulla qualità delle prestazioni: “Una buona sanità passa dal potenziamento dei servizi territoriali che devono essere complementari a quelli offerti dai grandi ospedali delle città. Per questo serve puntare sulle differenziazione dei servizi in un rapporto di reciproca fiducia tra centro e periferia”.
Tra gli argomenti più gettonati la carenza di personale nell’assistenza primaria (medici di base) e nei piccoli ospedali. “Servono concorsi ad hoc e, nell’emergenza, ragionare sul reclutamento di medici stranieri – hanno detto ancora i presidenti delle Conferenze socio-sanitarie – un altro aspetto riguarda le scuole di specializzazione che potrebbero essere ospitate in alcune strutture territoriali”.
Ultimo aggiornamento
24/01/2025, 10:31
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