Giornata della memoria - Comune e Prefettura ricordano le vittime della Shoah
Cerimonia ufficiale con deposizione di fiori e consegna delle medaglie d’onore ai familiari dei militari internati nei lager nazisti
Data:
27 gennaio 2025
A Oristano, come in tutta Italia, oggi, si sono tenute le celebrazioni per la Giornata della Memoria.
In piazza Eleonora, di fronte alla chiesa di San Francesco, presso l’ulivo e la targa che ricordano la tragedia della Shoah, il Sindaco Massimiliano Sanna e il Prefetto Salvatore Angieri, alla presenza delle altre autorità e istituzioni cittadine, hanno deposto una corona di fiori.
“La data, il luogo, la ricorrenza odierna, il suo intero programma ci consentono di fare memoria – ha detto il Sindaco Sanna -. Ma cosa significa davvero fare memoria? Ricordare vuol dire non dimenticare una tragedia che ha colpito profondamente l’umanità, distruggendo valori etici, umani e civili. La Shoah è una ferita che ha segnato per sempre la storia europea e quella di tutti noi. Ricordare lo sterminio del popolo ebraico e le persecuzioni subite dai deportati italiani, militari e politici, significa riflettere su milioni di vite spezzate dalla violenza e dall’odio. Ma significa anche dar forza alla nostra identità come comunità, perché memoria, verità e identità si rafforzano insieme. L’appuntamento di oggi rinnova dunque un impegno importante. Quello di unire le generazioni giovani e quelle adulte, non solo per commemorare - nell’ottantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Aushwitz - milioni di persone, massacrate senza pietà, ma anche quello di combattere ogni forma di Antisemitismo, un fenomeno capace di crescere nell’ombra del silenzio e dell’assordante indifferenza. La presenza di questo ulivo, piantato per ricordare, rappresenta la nostra volontà di mantenere viva la memoria e di onorare le vittime, i perseguitati e i giusti che hanno avuto il coraggio di opporsi alla Shoah. A loro va il nostro omaggio. Speriamo che questo ricordo rafforzi il nostro impegno per la verità, la giustizia e la pace, oggi e per le generazioni future”.
Ha poi preso la parola il Prefetto Salvatore Angieri: ”La memoria è un filo che deve legare le generazioni tracciando un percorso nella coscienza collettiva affinché ciascuno di noi impari a combattere l'indifferenza, a ripudiare ogni forma di integralismo ed estremismo per costruire una società fondata sul rispetto di ogni essere umano. Infatti, essa non dev'essere solo un ricordo del passato, ma una guida per il nostro presente e per il nostro futuro. Ci permette di evitare che l'indifferenza e l'oblio prendano il sopravvento. Coltiviamo un monito per i 1 futuro: l'odio, l'intolleranza e la violenza non devono avere più spazio nella nostra società! La scelta della data odierna ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'armata rossa arrivarono presso il campo di concentramento di Auschwitz liberando i pochi superstiti. Nei campi di concentramento nazisti furono perpetrati atti di brutalità che portarono alla morte di milioni di ebrei ma anche rom e Sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili e prigionieri di guerra. Ricordare queste vittime è un dovere di umanità e di civiltà. La nostra Costituzione ci dice con chiarezza, infatti, che tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. Non possiamo dimenticare, quindi, gli uomini, le donne e i tanti bambini strappati alle loro case e alla vita di ogni giorno per essere trasportati a migliaia di chilometri di distanza e trovare la morte in un campo di sterminio. Come ci ricorda il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le conquiste della pace e delle libertà democratiche sono esaltanti e vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza e alla sopraffazione. Occorrerebbe dunque un'approfondita riflessione circa le motivazioni che spingono a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie totalitarie che hanno portato solo dolore. Dobbiamo capire l'importanza fondamentale della cultura e dell'istruzione che sono sempre fonte di avanzamento della civiltà mentre il fanatismo religioso o nazionalista non tollera non solo il diritto, ma neanche la presenza dell'altro e ritiene di poter imporre la sua visione con la forza, la guerra e la violenza violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della ci viltà umana. Vorrei concludere con le parole dello scrittore portoghese José Saramago Premio Nobel per la letteratura nel 1998, che ci invita a prendere consapevolezza circa il significato più profondo di questa giornata: Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere".
Le celebrazioni per la Giornata della Memoria sono proseguite nella Sala San Domenico dove sono state consegnate le medaglie d’onore ai familiari dei militari internati nei lager nazisti: Francesco Allasia (soldato di fanteria internato in Germania dal 12.09.1943 al 31.10.1945), Michelino Atzori (aviere internato in Germania dal 13.04.1944 al 21.04.1945), Roberto Atzori (soldato di fanteria internato in Germania dal 12.09.1943 al 19.08.1945), Giovanni Mastinu (soldato di fanteria internato a Vienna dal 09.09.1943 al 01.07.1945), Francesco Angelo Pireddu (soldato di fanteria, classe 1920 internato in Germania dal 09.09.1943 al 17.07.1945), Antonio Michele Sassu (soldato di fanteria, internato in Francia dal 08.09.1943 al 01.10.1945) e Antonio Tola (aviere, internato in Germania dal 08.09.1943 al 05.04.1945).
A seguire la conferenza sulla Germania nazista, l'Europa e le persecuzioni antiebraiche di Gianluca Borzoni, docente di relazioni internazionali all’Università di Cagliari, organizzata dalla Consulta giovani dal titolo "La necessità di conoscere".
La commemorazione è stata accompagnata da momenti musicali a cura del coro interforze “San Michele Arcangelo”.
Ultimo aggiornamento
27/01/2025, 11:32
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